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“È nella gioia quotidiana di generare un’emozione che trovo lo stimolo per andare avanti”

2023-05-09 17:43

Davide Tammaro

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“È nella gioia quotidiana di generare un’emozione che trovo lo stimolo per andare avanti”

Dialogo artistico con Nadia Frisina che all’hotel Six Senses Rome traduce i valori del brand all’avanguardia nell’ospitalità sostenibile.

I colori caldi delle tele di Van Gogh scaldano questo sabato bagnato. Incontro Nadia Frisina, Executive Chef di Six Senses Rome, dopo aver visitato la mostra del pittore olandese a Palazzo Napoleone. “Il giallo dei campi di grano, il blu carico, le pennellate spesse. È uno dei miei artisti preferiti. Folle, incompreso, vero” – mi dice Nadia accogliendomi con un abbraccio affettuoso. Le coincidenze, a volte, assomigliano a destini. Commentiamo i ritratti dei seminatori, dei contadini che lavorano la terra. Arte e cucina, sento che sarà un bel viaggio. 

 

“Ho iniziato questo mestiere quasi per caso, in Sicilia, durante le superiori. Ho sempre avuto uno spirito indipendente, volevo mantenermi da sola”. Da lì una carriera fulminante. “A 29 anni sono diventata la più giovane Executive Chef italiana”. L’adrenalina della sfida, la soddisfazione di un traguardo prestigioso. Nadia si trova davanti a un bivio: completare gli studi in giurisprudenza o proseguire la carriera da chef. La scelta è netta. “Papà e mamma non l’hanno capita, per un anno non mi hanno parlato. Ma io sentivo che era la mia strada”. 

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credits: manufatto

 

Le persone che litigavano per l’eredità, i soldi, la proprietà. Nello studio, Nadia si sentiva triste. “Avevo bisogno di colori. Me li davano i miei ospiti, con le loro storie e il mondo che si portavano appresso. Verso di loro ho sempre sentito una grande responsabilità. Ospitare è come aprire le porte di casa. È nella gioia quotidiana di generare un’emozione che trovo lo stimolo per andare avanti. Se al pass non immagino che sto cucinando per te e per la tua fidanzata io mi spengo”.

 

“Molti pittori hanno paura della tela bianca, ma la tela bianca ha paura del pittore veramente appassionato che osa”. Ripenso alle parole di Van Gogh, mentre Nadia mi racconta le sue tele bianche: prima l’esperienza in un importante albergo di Pechino, poi a Macao per gestire l’apertura di nuovi locali. “Sentivo la curiosità di scoprire la cultura asiatica. Volevo contaminarmi con un mondo di cui si iniziava a sentir parlare. Un po' come Van Gogh quando esce dal suo paesino e va a Parigi per conoscere i grandi artisti e scoprire le tendenze del momento. È stata un’esperienza sconvolgente”.

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credits: manufatto

 

Asia, Amsterdam, poi di nuovo in Asia. E la Sicilia? “La porto sempre con me. Essere autentica significa far trasparire ciò che sono veramente, senza maschere. Ancorata ai miei valori e alle mie emozioni. Nei piatti c’è sempre un po’ della mia terra, gli agrumi prima di tutto. La cucina non deve essere autoreferenziale. E non basta nemmeno che sia confortevole. Deve essere consapevole e impegnata, trasferire valori, educare”. Anche per questo, Nadia ha scelto il progetto di Six Senses, dove la sostenibilità non accetta compromessi.

 

Saliamo sul rooftop che ha appena aperto. Un sottile velo rosso cala piano sul cielo umido di Roma. Se avessi una tela, un pennello e una tavolozza, come dipingeresti la tua idea di cucina? “Tanto giallo e azzurro. E il vulcano. Io e la Sicilia. Forse un giorno ci tornerò per chiudere questo cerchio”. 

 

È sera. Il cielo indossa una vestaglia di stelle che illuminano le parole di Van Gogh scritte sotto la targa del seminatore. Sento inequivocabilmente che la storia degli uomini è come quella del grano. Se non si viene seminati nella terra per germogliarvi, succede che si è macinati per diventare pane”. Sì, la storia di Nadia insegna che il segreto per diventare l’artista di se stessi e dipingere il proprio capolavoro è ascoltarsi. Coltivare il proprio talento, farlo germogliare e condividerlo. Riconoscerlo negli altri e nutrirlo.

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