Give something that everyone will love:
HIGH-QUALITY, SUSTAINABLE AND 100% PLANT-BASED
from small Italian excellent farmers.

.in evidence

1153512

Free shipping from 49€

Free shipping from 49€

Order at +39 351 577 0816

boniviri---logo
italian-b-corp-logo-black-rgb
bonivirilogo-bianco
bonivirilogo-bianco
ita-en-b-corp-logo-tagline-lockup-standard-white-rgb

BONIVIRI benefit company

limited liability

info@boniviri.com

Via Etnea 29, Catania

+39 351 577 0816

BONIVIRI benefit company

limited liability

info@boniviri.com

Via Etnea 29, Catania

+39 351 577 0816

emre-gencer-irvq6avvgde-unsplash

With Boniviri, eating well means creating value.

With the Boniviri project, those who produce and those who consume consciously choose to preserve the values of the territory, local heritage and protect the environment.

With Boniviri, eating well means creating value.

With the Boniviri project, those who produce and those who consume consciously choose to preserve the values of the territory, local heritage and protect the environment.

L'Oleoteca

logo-satispay-red-230x230
logo-satispay-red-230x230
schermata 2022-02-21 alle 12.06.24

facebook
instagram

facebook
instagram
mastercardhrzrev300px2x
ppcom-white1
ppcom-white1
mastercardhrzrev300px2x

Mandorle italiane cercasi: perché e come scegliere la filiera locale

2025-03-18 16:14

Lucia Perasso

impact, mandorle, mandorle siciliane, mandorle pizzuta di avola, filiera locale, mandorlicoltura, agricoltura,

mandorle siciliane

Trovare mandorle italiane è sempre più difficile, a discapito di una produzione locale più responsabile di quella estera. Ecco le cause e soluzioni.

Il clima favorevole, la lunga tradizione agricola e gastronomica legata a questo prodotto rendono l’Italia uno dei paesi leader nella mandorlicoltura. La Sicilia e la Puglia spiccano tra le regioni dove la coltivazione di mandorli è maggiormente concentrata, con la presenza di svariati ecotipi e varietà dai frutti ricchi di sapore e profumo. Tra le varietà più pregiate c’è la Pizzuta di Avola, nota per il suo aroma intenso e la forma appuntita da cui prende il nome. 

 

Tra il 2013 e il 2024, la produzione di mandorle in Italia è passata da 75.300 a 84.600 tonnellate annue, mentre la superficie coltivata è aumentata da 54.400 a 55.500 ettari.

Nonostante una produzione in crescita e un aumento delle superfici dedicate a questa coltura, la mandorla italiana non è così facile da trovare: nella grande distribuzione organizzata (GDO) a primeggiare è la California, e questo rende più difficile e complessa la scelta di filiere locali, con implicazioni che si verificano anche molto lontano dal supermercato italiano dove le mandorle sono acquistate.

mandorle siciliane

MADE IN USA

 

L’onnipresenza delle mandorle californiane sul mercato italiano si spiega in fretta: gli Stati Uniti sono attualmente il primo produttore al mondo, con la California che da sola copre l’80% della produzione. Il 50% raggiunge gli scaffali europei, che riesce ad occupare attraverso una lotta sul prezzo al ribasso contro le produzioni locali che puntano sulla qualità e su pratiche agricole più responsabili. 

 

Il prezzo viene determinato da chi controlla il mercato e, nel caso delle mandorle, la produzione ad alta densità di mandorle californiane ed il loro arrivo in enormi quantità in Europa ed Italia rende la mandorla italiana, di fatto, un prodotto marginale destinato a sua volta a mercati esteri. Di fronte a questa competizione spietata, per molte aziende agricole sta diventando sempre più difficile sostenersi e mantenere attivi gli impianti, e molte stanno valutando l’estirpazione.

Alle condizioni di mercato si aggiungono anche quelle climatiche che stanno sempre più mettendo a rischio la redditività del settore.
 

Quella della mandorla americana è un’industria cresciuta negli ultimi anni a ritmi esponenziali, resi possibili da metodi di agricoltura intensiva. Per far fronte all’aumento della domanda di mandorle, le principali aree di produzione della California (Sacramento Valley e San Joaquin Valley) puntano sulla monocoltura e sull’utilizzo massiccio di pesticidi e diserbanti: così si ottiene una resa produttiva che raggiunge il 60% (nei mandorleti italiani la resa media è del 20%).

Gli effetti di questo sistema agricolo intensivo non tardano a presentarsi: nel 2020 infatti viene messa in luce la moria in massa di 50 miliardi di api mellifere (l’equivalente di 6 volte l’attuale popolazione umana mondiale), accaduta tra il 2018 ed il 2019.

filiera mandorle

La resa produttiva media dei mandorleti italiani è del 20%.

In California raggiunge il 60%.

EFFETTO FARFALLA

 

I frutteti intensivi non funzionano senza api: senza api non avverrebbe l’impollinazione che è necessaria per la fioritura e per lo sviluppo del frutto. L’elevata domanda di mandorle degli ultimi anni ha spinto i produttori americani ad affittare migliaia di colonie di api, sperando di ottenere grossi volumi produttivi a basso costo, facendo anche affidamento all’utilizzo massiccio di prodotti chimici. La mandorlicoltura californiana si effettua su scala talmente vasta che per molti apicoltori l’affitto degli alveari per l’impollinazione dei mandorleti è più redditizio della produzione di miele. I metodi con cui la mandorlicoltura viene portata avanti non lasciano però scampo agli insetti impollinatori: l’alta concentrazione di insetti in una regione geografica limitata facilita la diffusione di epidemie ed attacchi di parassiti. Inoltre, le grandi quantità di pesticidi utilizzati hanno un ulteriore impatto sulla salute delle api, causandone la morte.

 

L’impatto negativo si ha anche sulla biodiversità locale: le api mellifere utilizzate commercialmente sono un pericolo per le diverse specie di api autoctone con cui competono per l’alimentazione, e rappresentano una vera minaccia per le specie in via di estinzione che già lottano per sopravvivere ai cambiamenti climatici. 

Si stima che la somma di queste esternalità porti gli apicoltori ad una perdita costante del 30% delle api ogni anno.

 

È quindi evidente che i metodi agricoli industriali adottati su larga scala (uso massivo di pesticidi, irrigazione intensiva) che assicurano agli Stati Uniti il dominio incontrastato del mercato delle mandorle e che spiegano il basso costo di produzione, abbiano in realtà un costo nascosto pagato della devastazione ambientale e di biodiversità che questi metodi portano con sé.

filiera mandorle

Nella mandorlicoltura intensiva la perdita di api per singolo apicoltore è in media del 30% all'anno.

SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE

 

Una filiera più corta, trasparente e tracciabile, e la possibilità di supportare le economie locali, alcune delle quali messe a dura prova dalle dinamiche di mercato e dal cambiamento climatico, dovrebbero essere sufficienti per spingerci ad andare oltre all’offerta dominante ed acquistare mandorle italiane coltivate con metodi non intensivi.

 

Le mandorle siciliane in particolare, importate dall’Antica Grecia più di due millenni fa, nel corso dei secoli si sono perfettamente adattate al clima caldo e secco della Sicilia. I mandorleti siciliani non hanno bisogni di grandi quantitativi d’acqua: alcuni sono gestiti in aridocoltura o facendo ricorso all’irrigazione di soccorso in casi limitati. L'uso parsimonioso di acqua produce frutti dal sapore e profumo intensi, dalla consistenza soda e dall'elevato contenuto di olio. Un frutto meno irrigato è anche migliore sotto il profilo nutrizionale, perché i nutrienti quali vitamina E, polifenoli, potassio, magnesio e calcio sono concentrati. Si tratta poi di un seme sano, che grazie all'esclusione dell'irrigazione forzata annulla il rischio di sviluppo di funghi ed aflatossine, sostanze cancerogene prodotte dal metabolismo dei funghi. La sicurezza della salubrità si può avere scegliendo mandorle da agricoltura biologica dove anche l’uso di pesticidi è limitato per un minore impatto sull’ambiente e sulla salute.

 

Da non trascurare è anche la salvaguardia delle varietà tradizionali, di un paesaggio agrario tipico e di saperi che rischiano di scomparire.

In Italia esistono ancora produzioni su piccola scala, portate avanti dall’impegno di piccoli agricoltori e contadini, come quella di Marianna e Sergio Sallicano (foto in basso), che per Boniviri producono la Pizzuta di Avola. 

Le alternative locali e sostenibili ci sono e si possono trovare:

  • leggendo l’etichetta ed attenzionando il luogo di produzione, oltre a quello di confezionamento (la dicitura “Confezionato in Italia” non garantisce che il prodotto sia stato effettivamente coltivato in Italia)
  • preferendo l’acquisto diretto dal produttore, per assicurarsi che il prezzo venga assorbito interamente da chi produce, e per poter fare domande sulle pratiche agricole verificando direttamente alla fonte
  • affidandosi ad aziende che comunicano con trasparenza (non solo in etichetta, ma anche su canali social) la provenienza delle mandorle, mettendo in risalto le storie di chi le produce ed i metodi utilizzati
     

Preferire il consumo di mandorle locali è una piccola scelta che ci riguarda direttamente perché incide sulla nostra salute, su quella del pianeta e sulla prosperità di aziende che all’agricoltura intensiva scelgono coraggiosamente metodi più responsabili ed etici.

mandorle boniviri

OUR BLOG

Latest Articles

elsa-tornabene-b9izigwptli-unsplash1

Subscribe to our Newsletter

Stay up to date on all Boniviri news and products